Cuglieri

Cuglieri, importante centro storico e religioso della Sardegna centro-occidentale, sorge in un territorio abitato da millenni (a oggi sono stati censiti oltre sessanta nuraghi) probabilmente per via della sua posizione privilegiata ai piedi del colle Bardosu, protetto dal Montiferru con in fronte il mare e le sue borgate a pochi chilometri.
Scenario di sanguinose guerre, crocevia di insediamenti e luogo di importanti avvenimenti storici, il paese può vantare di essere stato capoluogo di provincia e di aver ospitato la prima Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna. Cuglieri attualmente conta circa 3000 abitanti e l’economia si caratterizza per la produzione dell’olio, l’allevamento e l’artigianato, specie la tessitura.

Il canto e le confraternite
La pratica del canto a quattro voci a Cuglieri è una tradizione che non ha avuto soluzione di continuità, tramandandosi di generazione in generazione sebbene da alcuni decenni i cori siano slegati dalle confraternite. Infatti sino a tutta la prima metà del Novecento ognuna delle sei confraternite presenti in paese aveva un proprio coro e le modalità di svolgimento dei riti legati alla Settimana Santa erano differenti da quelle di oggi. Ognuna di esse, con il suo coro, si incamminava in processione partendo dalla propria chiesa di appartenenza riunendosi con le altre in un dato punto del percorso.
Nei decenni successivi i cori, slegandosi dalle confraternite, hanno fatto sì che la processione divenisse unica sin dal principio. Cinque delle sei confraternite proseguono a tutt’oggi le loro attività. Allo stesso modo il canto, pur avendo attraversato un periodo delicato a causa di un significativo calo nel numero dei cantori, non ha subito interruzione e oggi continua a essere praticato prevalentemente da due cori, Su Cuncordu de Cuglieri e Sos Cantores, a cui afferiscono oltre venti cantori di diverse generazioni, e altri giovanissimi ancora in formazione.

Le occasioni
Durante l’arco dell’anno il momento più importante per i cantori è quello dei riti pasquali. L’attività del coro ha inizio già durante la Quaresima, ma è la Settimana Santa il momento più atteso. In questo periodo la presenza dei cantori è fondamentale per lo svolgimento dei diversi riti paraliturgici. Durante le processioni gli elementi del coro, bassu, tenore falzuboghe e contraltu, hanno il loro posto subito dietro il sacerdote e il simulacro dell’Addolorata o del Cristo, facendo risuonare le note dello Stabat Mater Semplice e Sequentia durante la processione de Sas Chilcas che si svolge il Giovedì Santo, e dello Stabat Mater Sequentia e del Miserere il Venerdì Santo, giorno in cui il canto accompagna la processione sia la mattina che la sera, rispettivamente per i riti de s’Incravamentu e s’Iscravamentu.
Tra le ulteriori importanti occasioni di canto in ambito liturgico si annoverano la tredicina in onore di Sant’Antonio da Padova, che ha inizio il primo giugno e termina il giorno della festa in onore del santo, il 13 giugno, e le Litanie Carmelitane, cantate durante la novena per la festa della Madonna del Carmelo, il 16 luglio.
Non mancano inoltre occasioni di tipo informale e di carattere conviviale, come gli incontri tra amici (i cosiddetti “spuntini”) o i festeggiamenti in onore di un santo, come nel caso di Sant’Imbenia Martire che si festeggia il 29 aprile, in cui vengono eseguiti i brani del repertorio profano.

Il repertorio e le sue caratteristiche
Oltre alle due versioni dello Stabat Mater e il Miserere, cantati durante i riti della Settimana Santa a cui si aggiungono le Litanie Carmelitane, nel repertorio tradizionale di Cuglieri troviamo il Te Deum e i canti della tredicina di Sant’Antonio da Padova come le Litanie Lauretane, il Tantum Ergo, il Si quæris miracula e i Gosos de Sant’Antoni de Pàdua.
I più importanti canti profani della tradizione cuglieritana sono s’Otava tristasa Burrasca (in cui si può ascoltare un particolare passaggio detto ‘oghe longa) e sa Murinedda.
Un tratto distintivo della tradizione del canto polivocale religioso della Settimana Santa di Cuglieri è l’intonazione di alcune sequenze del canto a sole tre parti su cui la quarta, su tenore falzu, interviene solo in determinati passaggi, creando particolari disegni nel susseguirsi degli accordi tali da rendere lo stile cuglieritano inconfondibile nel panorama del canto a cuncordu. Inoltre i cantori eseguono i brani quasi esclusivamente in cammino durante la processione, influenzando e caratterizzando lo stile in maniera unica con un ampio uso di glissati.
Per i cantori di Cuglieri la bellezza del canto, oltre che nella ricerca dell’accordo perfetto si trova, come tradizione vuole, nella ricerca di continue microvariazioni in cui si evidenzia la bravura del singolo cantore.

Testo a cura di Valentina Onnis