Bonnanaro

Bonnanaro, paese di circa mille abitanti e ventuno km2 di superficie, sorge in provincia di Sassari nella regione del Meilogu – nella vallata tra il monte Pelao e il monte Arana – nota per la “cultura di Bonnanaro”, retaggio di una civiltà prenuragica sviluppatasi nel II millenio a.C.. Il villaggio, sorto intorno al mille d.C. e originariamente denominato Gunar e poi Gunnanor, fece parte per oltre un secolo del giudicato del Logudoro (1200) e successivamente fu controllato dai Doria, da Arborea (1364), fu incontrada catalano – aragonese (1420) e contea nel periodo spagnolo (1631), passando di mano in mano a potenti famiglie locali e non. Nel 1840 il paese entrò a far parte della provincia di Alghero, acquisendo nel tempo una sostanziale autonomia. Famoso per la coltivazione di vite e ciliegi, Bonnanaro è un paese a economia prevalentemente agro-pastorale.

Il canto e le confraternite
L’antica chiesa di Santa Rughe, originaria del Millecinquecento, è la sede della confraternita bonnanarese denominata Sos cunfrades de Santa Rughe. Grazie ad antichi documenti tuttora conservati, è noto che l’oratorio di Santa Croce risalga al XVI secolo e si radunasse per la preghiera, l’elezione del priore e dei membri, e per le celebrazioni di svariati riti nelle diverse circostanze del calendario liturgico. Attualmente la confraternita, attiva dal 1999 dopo un interruzione dell’attività di quasi cinquanta anni, agisce su diversi piani a livello comunitario e mantiene un posto di rilievo, grazie al canto, nelle celebrazioni del calendario liturgico.

Le occasioni di canto
La confraternita di Santa Rughe è presente in tutti i riti celebrativi della Settimana Santa. Durante le funzioni religiose i confratelli cantano nei momenti definiti dalla tradizione. Il Venerdì Santo viene celebrato il rito de s’Iscravamentu: si comincia con lo Stabat Mater; poi il Miserere “in processione”, infine si intonano i Gosos di Santa Rughe, intonato a quattro voci.
La domenica di Pasqua si celebra il rito de s’Incontru, durante il quale la confraternita interviene col canto del Te Deum, al termine dell’azione scenica. Sanctus e Agnus Dei accompagnano la parte finale della messa pasquale. Oltre alla versione da processione, a Bonnanaro si canta il Miserere detto “dei morti” in occasione dei funerali di compaesani o di amici dei paesi limitrofi.
Altri motivi di canto sono rappresentati da occasioni di incontri collettivi di matrice liturgica, come ad esempio la sera dei Tre Re il 5 di Gennaio, o di matrice profana, come ad esempio spuntini e feste varie. Tra i diversi canti vi sono su Ninnidusa Burrascasa CatzadoraPobari filugnaniS’improvisada, Sos Tres Res, oltre a Sos augurios e Pintores.

Il repertorio e le sue caratteristiche
Nonostante il noto divieto posto dal Concilio Vaticano II, Bonnanaro mantenne viva la tradizione di cantare il Te Deum in chiesa una volta all’anno, il 31 Dicembre. Si tratta dell’unico canto confraternale sopravvissuto “ufficialmente” tra gli anni Cinquanta e la ripresa delle attività, nel 1999. Anche se non fu sufficiente a mantenere intatto il resto del repertorio religioso bonnanarese, l’esecuzione del Te Deum è stato importante per preservarne la memoria dell’esistenza del canto a quattro. Inoltre si continuò a cantare il corpus profano, ad esempio nelle cantine durante gli incontri fra amici e nelle feste per ricorrenze quali compleanni o matrimoni.
La permanenza del rito del 31 Dicembre, sommata alla continuazione nel tempo del repertorio profano, ha permesso di salvaguardare lo spirito del canto e la volontà provare a recuperarlo. A tale scopo la confraternita di Santa Rughe ha avviato, dal 1999, un processo di ricostruzione del repertorio andato perduto, basato sull’utilizzo delle vecchie registrazioni e sulla memoria dei cantori più anziani. In molti casi si è partiti da una strofa documentata, generalmente in versione monodica, a partire dalla quale si è ricamato il telaio polivocale.
La pratica del canto Bonnanarese, sia religioso che profano, è caratterizzata da modi e sistemi tipici del cuncordu, con quattro voci distinte che procedono prevalentemente in maniera omoritmica. Bàsciu e contra sono fondamentali a livello armonico/strutturale e timbrico, mesa ‘oghe e boghe si articolano nella conduzione e nella creazione di ritardi e fioriture della melodia. Il canto bonnanarese presenta diversi tratti peculiari, come l’emergere della contra, che assume un ruolo centrale in determinate situazioni melodiche e accordali.

Testo a cura di Luigi Accardo